Gabriella Macocco, magia nell'arte materica!
Autore: Gabriella Macocco
Data: 05-05-2024
Argomento: Artista
Parole chiave: Gabriella Maccocco, Arte materica
Link: https://www.facebook.com/gabriellamacocco
Gabriella Macocco nasce ad Alba, capitale delle Langhe, Terra patrimonio Unesco, il 17 settembre 1964. Fin da adolescente si appassiona alle discipline artistiche, in particolare alla pittura: sebbene non abbia avuto la possibilità di frequentare il tanto desiderato Liceo Artistico, comincia a realizzare da autodidatta dipinti ad olio, con la complicità della mamma Ausilia che di tanto in tanto le acquista tele e colori. I paesaggi e le nature morte sono il tema principale della sua prima fase artistica. Successivamente sperimenta la pittura su stoffa, decorando su richiesta tende, tovaglie, cuscini, asciugamani, lenzuola con motivi floreali.
Da parecchi anni ormai si cimenta nella “tecnica materica” avvalendosi dello stucco, materiale povero e umile che si rivela, tuttavia, fonte di gratificante soddisfazione: la sua duttilità consente infatti di plasmare il disegno a proprio piacimento e dare espressività e concretezza alle opere. Una volta steso lo stucco, l’artista si diverte ad incidere e imprimere su tela elementi naturalistici, ma anche figure geometriche come linee rette, cerchi e sinuosi tratti circonvoluti, che vengono poi dipinti con colori acrilici.
Il tema principale rimane la natura: nei suoi quadri primeggiano fiori dai toni a volte tenui e sfumati, a volte accesi e brillanti catturati in un istante di fugace leggerezza; spesso i soggetti vengono incorniciati in un contesto naturale cadenzato dall’alternanza delle stagioni, altre volte immersi in un ambiente puramente astratto.
Lo stucco tende a conferire alle sue opere una certa tangibilità: si possono infatti avvertire al tatto tratti lisci quasi marmorei, altrimenti ruvidi e irregolari. Le crepe che si formano in superficie, conseguenza del processo di asciugatura dello stucco, non sono considerate dall’artista degli inestetismi, ma l’espressione di quanto possano essere affascinanti e arricchenti le imperfezioni impreviste.